Cane “isolato”, ...cane MAL - TRATTATO! * Ecco come "fare solo finta" di voler bene agli animali.
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Cane “isolato”, ...cane MAL - TRATTATO! * Ecco come "fare solo finta" di voler bene agli animali.

Mentre sul benessere fisico del cane si fa una grande pubblicità in televisione, alla radio, sui giornali, sulle riviste di cinofilia, su internet, etc., del benessere psicologico di questo animale domestico si parla ben poco. Questo perché la salute fisica del cane è una manifestazione evidente e tangibile a tutti, quindi facile da utilizzare come spunto per vendere ogni sorta di rimedi quali i mangimi, i farmaci, le terapie, etc., così come pubblicizzare le strutture veterinarie, mentre scoprire come si sente moralmente il quadrupede che, volente o nolente, è obbligato a rimanere legato al suo padrone, è un argomento che interessa ben poco, anzi, meno si va a fondo su certi aspetti e meglio si vive, l’importante è che il cane consumi e i proprietari acquistino.
 
Il concetto più diffuso è ormai quello che
il cane ama il suo padrone perché nasce per questo scopo (anche se poi a volte se lo mangia, ma poco importa, basta dire che si trattava di un soggetto impazzito!), così come la famiglia, con la quale cresce e dovrà vivere tutta la vita, può benissimo sostituire il suo branco originario (come nulla fosse). Inoltre, non è forse il cane quell'animale che “non vede l’ora” di imparare i comandi del padrone e freme per diventare educato per essere meglio accettato dalla società? In fondo, nessun essere umano può paragonarsi ad un cane per l’attaccamento disinteressato che sa manifestare a chi decide di adottarlo! Non è a lui che piace tanto fare sport, andare a correre, nuotare, salvare chi sta annegando, riportare la pallina, fare le gimcane fra i paletti, sfilare come una star ai concorsi di bellezza, ballare a suon di musica, girare film, partecipare ai programmi tv, guidare i ciechi, confortare gli ammalati, giocare con i bambini, andare a caccia, cercare i tartufi, i dispersi, la droga e le bombe, difendere il padrone dai delinquenti, tirare le slitte e qualsiasi altra cosa che l’uomo possa immaginare? 
 
Se non fosse così, come farebbe ad essere il miglior Amico dell’uomo, in un momento in cui di amici se ne trovano sempre meno?
 
Considerato ancora quanto rende agli allevatori, agli addestratori, agli educatori, ai veterinari, a chi produce mangimi, medicine, vaccini, attrezzature, a chi stampa i suoi pedigree, a chi organizza manifestazioni, alle pensioni che lo accolgono nei periodi di ferie e a molti altri ancora, perché porsi dei dubbi sul suo benessere psicologico?
 
Il cane non può essere che felice,
è nato per questo!
 
Per poter immaginare però che tutto ciò sia vero e che il cane viva realmente sereno al fianco del suo padrone, rinunciando così facilmente alla sua indole di animale libero, nato per girovagare alla ricerca di cibo e di un suo simile con cui accoppiarsi (come fece invece per decine di migliaia di anni, fino a meno di un secolo fa), si dovrebbe riuscire a credere che lui non sia più minimamente interessato a vivere in branco con altri animali della sua stessa specie, né tanto meno desideri accoppiarsi con loro per riprodursi, come invece fanno tutte le altre creature della Natura. Tutto pur di trascorrere la sua esistenza al fianco di quell’uomo che decise di adottarlo quando lui era cucciolo e lo separò dalla madre e dai fratelli con i quali era nato.
 
Se voi riuscite a credere a questa versione, non seguite i principi della mia CINOFILIA NATURALE, anzi, stategli ben alla larga, serviranno solo a mettervi un sacco di perplessità in testa che è meglio non conosciate per continuare a vivere sereni con il vostro cane.
 
Se invece, durante una passeggiata con il cane, vi dovesse mai capitare che, non appena ne avvistate un altro, il vostro inizi ad eccitarsi, a fare i soliti versetti, a saltellare, ad assumere strane posizioni e magari ad abbaiare, per poi iniziare a tirare al guinzaglio in quella direzione per avvicinarsi il più velocemente possibile all’altro animale, per annusarlo, per scodinzolargli oppure per ringhiargli contro, potrebbe anche essere vero che lui è ancora interessato a relazionarsi con altri suoi simili.
Se poi, fosse ancora vero che tutti gli animali, compresi gli uomini, vengono concepiti dalla Natura per sopravvivere con la principale finalità di riprodursi, diventerebbe molto difficile immaginare che il cane, al contrario degli altri, possa rinunciare così serenamente a questo, solo per vivere al fianco del suo padrone. 
 
Mettendo da parte un attimo la nostra solita ipocrisia, non credo sia così facile poter parlare di benessere animale quando si costringe un cane a vivere alle dipendenze del suo padrone, molte volte in un ambiente ben diverso da quello che si sarebbe scelto lui spontaneamente e, per di più, senza nemmeno poter soddisfare la sua stretta necessità di convivere con un suo simile!

Se è vero che ci riteniamo così tanto "amanti del nostro cane", non pensiamo solo a ciò che lui dà a noi: una piacevole compagnia, un conforto morale, uno scopo di vita, un aiuto alla nostra sicurezza, etc., pensiamo anche a ciò che lui vuole da noi per soddisfare i suoi istinti primari,
senza i quali la sua vita non ha il minimo significato. Cerchiamo ragionevolmente di capire che nulla di quanto gli possiamo acquistare nel negozio per animali sotto casa e di ciò che ci propongono ogni giorno per il suo "finto" benessere, potrà mai minimamente sostituire ciò di cui noi lo stiamo privando: la possibilità di vivere come animale libero, capace di scegliere per il suo futuro.

E’ inutile cercare di camuffare in ogni modo la realtà, solo per far sentire a posto con la coscienza milioni di proprietari sempre più redditizi alla filiera commerciale: se ad un cane si impedisce di poter soddisfare i suoi due più irrinunciabili scopi esistenziali, ovvero “vivere in branco” e “riprodursi”,
non si può evitare di creargli un forte stato di malessere psicologico, probabile causa “volutamente nascosta” di molti problemi di salute che non tarderanno ad arrivare.
 
Poco importa condurre il cane ogni settimana dal veterinario, vantarsi di scegliere per lui i migliori cibi confezionati, per poi obbligarlo a vivere un’intera esistenza contro ogni suo istinto naturale. E’ ovvio che, i tanti professionisti impegnati nel proporre soluzioni per la salute fisica e psicologica del vostro cane, non vi faranno mai certi discorsi o cercheranno addirittura di sostenere il contrario, a loro servono molto di più animali problematici piuttosto che sani e felici, (accade da sempre la stessa cosa anche con noi umani), tocca però a voi ricercare la verità visto che vi considerate dei sinceri amanti del vostro cane!
 

A meno che non si voglia credere alla più grande bugia inventata dalla cinofilia moderna, ovvero che la famiglia possa sostituirsi al suo branco naturale, lasciar vivere un cane senza la compagnia di un altro conspecifico di sesso opposto, è sicuramente una grande crudeltà da evitare nel modo più assoluto!
 
La Natura non ha concepito il lupo, unico antenato dei nostri cani, per vivere da solo, bensì nel “branco di lupi” al quale tutti gli animali di questa specie fanno di tutto per appartenere, così come non ha creato una singola ape, bensì uno sciame di api e tante altre comunità di animali fatti per vivere in gruppo. E’ vero che esistono anche i “lupi solitari” ma non si tratta mai di una condizione gradita e definitiva di questi animali, tant’è che fanno sempre di tutto per costruirsi un nuovo branco o per avvicinarsi ad uno già esistente cercando di prenderne parte, pur sapendo che spesso rischiano la vita.
 

Per quanto in questi ultimi decenni si sia fatto di tutto per modificare la morfologia ed il carattere naturale della specie canina, tanto da volerla adattare meglio ai capricci dell’uomo moderno, e si voglia continuare a sostenere falsamente che le principali esigenze di questi animali non sono più le stesse di quelli di antica generazione (derivante dai lupi), basta osservarli con un po’ di attenzione e con il sincero desiderio di volerli sereni, per poter capire in pochi istanti quanto soffrano nell’essere costretti a vivere in solitudine con i loro padroni!
 
Purtroppo sono ancora pochi i professionisti che operano nel settore cinofilo a voler parlare di questo argomento ai tanti proprietari di cani che oggi popolano la nostra società, anzi, si cerca sempre di nasconderlo temendo la reazione di chi probabilmente sceglierebbe di non voler più adottare un cane se non in grado di poterne ospitare una coppia, principio che invece andrebbe sempre applicato senza eccezioni.
Si è invece preferito inventare il concetto di “famiglia” umana idonea a sostituire il “branco” di cui necessita il cane, per mettere il cuore in pace a tutti coloro che desiderano acquistare dagli allevatori, o adottare nei canili, un cane da introdurre negli appartamenti di città, dove la presenza di più animali non sarebbe così facilmente proponibile. Tant’è che oggi, l’anomalia di far vivere in solitudine un cane è ormai diventata una normalità, alla quale si cerca falsamente di porre rimedio proponendo ridicole attività sportive e ricreative da praticare con il proprio cane, a detta di molti felice, poiché consapevole del benessere che ne trae.
 
Quale benessere?
Il cane non necessità di andare a fare jogging con il suo proprietario, non ha bisogno di andare a nuotare in piscina o di imparare a ballare, né tanto meno di praticare lo sport agonistico, di diventare educato o addestrato, sente invece la spiccata necessità di vivere secondo la sua natura. Tutto il resto non gli interessa minimamente ed è per questo che chi si considera un amante degli animali dovrebbe finirla di proporglielo. Lui è nato con il solo scopo di riprodursi e non desidera altro!
 
Per vivere bene, il cane necessiterebbe sempre di un piccolo giardino dove poter almeno soddisfare i suoi bisogni fisiologici senza dover dipendere dal suo padrone, così come potergli offrire una compagnia “animale” sarebbe il regalo più grande che gli si possa fare. In questi casi, il cane cresce molto più equilibrato, si mantiene molto più sano e non prova più quella penosa dipendenza dal padrone che invece oggi dimostrano molti addirittura in modo ossessivo, atteggiamento che viene spesso interpretato erroneamente (o spacciato volutamente dagli addetti ai lavori) come affettuoso attaccamento all’essere umano.
 
Ricordate!

Non è possibile immaginare un cane felice e realizzato se non gli si permette almeno di convivere con un altro animale della sua stessa specie e di sesso opposto, con il quale gli sia consentito di relazionarsi liberamente in attesa di potersi riprodurre (o almeno illudersi di poterlo fare). Tutto il resto contribuirà solo a peggiorare il benessere psicologico del vostro cane, considerando che la Natura ha concepito questo animale non per vivere alle dipendenze dell’uomo e sottostare alle sue volontà, bensì per riprodursi allo stato randagio.

 
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